Monkey Mind: Cos’è E Perché Lo Yoga È D’aiuto

Scopri come placare il vortice di pensieri che occupa la tua mente grazie allo yoga

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Hai presente quando ti sforzi di non pensare a niente e senza accorgertene ti trovi a fantasticare su una persona incontrata di recente, una risposta sbagliata data ad un collega, che cosa cucinare per cena o dove hai messo le chiavi della macchina? È l’effetto della tua monkey mind, che, lasciata libera di vagare, genera una spirale di pensieri senza capo né coda.

La monkey mind è più di una semplice testa sulle nuvole, ci porta a rimuginare ancora e ancora sulle stesse cose, passando da un pensiero all’altro proprio come una scimmia che saltella freneticamente da una liana all’altra.

La monkey mind è negativa? Non sempre, ma, se i pensieri riguardanti passato e futuro prendono il sopravvento sul nostro presente, rischiamo di perdere la concentrazione e di vivere nella nostra mente piuttosto che nel mondo reale.

Lo yoga, grazie alla sua capacità di allineare corpo e mente e di riportare l’attenzione sul presente, è la disciplina che più aiuta a zittire questa scimmia fastidiosa.

Allenando la mindfulness, cioè la consapevolezza di noi stessi e di ciò che ci circonda, siamo in grado di calmare la mente e coltivare uno stile di vita più sano e armonioso.

Che cos’è la monkey mind

Che cos’è la monkey mind

Con il termine monkey mind (o mind-wandering) si intende una mente che vaga rapidamente da un pensiero all’altro senza un percorso sensato o uno scopo finale.

I pensieri della monkey mind non sono ragionamenti razionali, ma divagazioni. La scimmia che abita il nostro cervello ama tornare su avvenimenti passati, analizzando l’accaduto e insinuando dentro di noi dubbi sui nostri comportamenti o quelli degli altri. Oppure, proietta i nostri pensieri verso il futuro, facendoci immaginare tutti i possibili scenari catastrofici che possono accadere se prendiamo la scelta sbagliata.

Questo continuo rimuginare non è produttivo, perché non arriva mai ad un risultato diverso. È un ragionamento circolare che torna sempre al punto di partenza, senza generare nessun progresso.

Allo stesso tempo, la monkey mind ci distrae da altre attività, facendoci commettere errori sul posto di lavoro, impedendoci di leggere un libro con attenzione e obbligandoci a farci ripetere le frasi che non abbiamo realmente ascoltato.

Questo comportamento può diventare pericoloso se si manifesta in momenti in cui è richiesto un alto livello di concentrazione, come durante la guida, o mentre si accudisce un bambino.

Default mode network vs task positive network

Il concetto di monkey mind è stato introdotto in Asia più di 2000 anni fa. Buddha descrive la mente umana come una stanza piena di scimmie ubriache che urlano, saltano e lottano tra di loro.

La scienza moderna ha, in un certo senso, confermato questa visione, dividendo l’attività del cervello umano in due modalità principali: default mode network (DMN) e task positive network (TPN).

Ricerche recenti hanno scoperto che alcune aree del cervello (in particolare la corteccia prefrontale, l’ippocampo e le cortecce posteriori mediali) sono maggiormente attive quando non siamo concentrati a compiere un compito specifico.

In poche parole, quando il nostro cervello entra in “stand-by”, anziché riposarsi, attiva certe funzioni specifiche, come riflettere sui nostri pensieri e sentimenti, pensare al futuro o rievocare il passato.

Al contrario, quando diamo un compito alla mente, come ad esempio fare un calcolo matematico, il nostro task positive network si attiva, bloccando il vortice di pensieri generati dal default mode network.

Perché è importante controllare la monkey mind

Il sentimento che domina la monkey mind è spesso la paura. Qualsiasi tipo di paura: può essere il terrore dell’ignoto, l’ansia da prestazione, o la più attuale FOMO, letteralmente “fear of missing out”, una forma di ansia sociale strettamente legata all’utilizzo dei social network.

Mentre siamo tutti d’accordo che ripensare ad un momento felice del passato o pianificare un evento futuro sono attività del tutto innocue, la questione cambia quando ad affollare la nostra mente sono principalmente pensieri intrusivi e autosabotanti. Una paura esagerata di sbagliare può portarci, ad esempio, ad evitare completamente di agire.

Inoltre, alcuni studi hanno provato una correlazione tra default mode network e alcune patologie come depressione, schizofrenia e ADHD.

È chiaro quindi quanto sia importante imparare a controllare la monkey mind, soprattutto vivendo in una realtà così ricca di stimoli come la nostra, in cui perdere la concentrazione è facilissimo.

I benefici dello yoga sulla mente

Uno dei fondamenti dello yoga è la correlazione tra corpo e mente. Ciò che accade nella mente accade anche nel corpo. Come le emozioni negative si manifestano nel corpo con sintomi fastidiosi come mal di stomaco o mal di testa, così le azioni compiute dal corpo influenzano il nostro stato mentale. Basta pensare alla sensazione di benessere mentale che proviamo subito dopo aver fatto attività fisica.

Nello yoga la respirazione consapevole (pranayama) è in grado di calmare la mente e riportare l’attenzione sul momento presente.

Nel caso della monkey mind, il segreto, come abbiamo visto, è spostare la nostra mente dalla modalità di default mode network a quella di task positive network.

Dando un compito da svolgere alla nostra scimmia interiore (controllare il respiro, ad esempio), riusciamo a interrompere la catena di pensieri che ci tormenta e ritornare ad uno stato di calma interiore.

Anche lo svolgimento degli asana (le posizioni dello yoga) è particolarmente benefico per rilassare la mente: muovere il corpo richiede concentrazione e distrae la nostra monkey mind!

Conclusione

Come abbiamo visto, rimuginare su fatti già avvenuti e formulare ipotesi e dubbi riguardo al futuro è un’attività intrinseca del nostro cervello.

La monkey mind non si può evitare, ma si può arginare, così da non permetterle di prendere il sopravvento sulla nostra vita.

Lo yoga è la soluzione migliore per imparare a controllare questa naturale tendenza della mente. Respirazione consapevole e mindfulness ci aiutano a riportare la nostra attenzione sul “qui e ora” e a migliorare la nostra capacità di concentrazione.