Un Diavolo Per Capello: Forfora, Capelli Grassi E Altri Problemi
Forfora, capelli grassi, prurito... Quali sono le cause di questi fastidi e come risolverli?
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Forfora, capelli grassi, prurito... Quali sono le cause di questi fastidi e come risolverli?
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Una chioma sana, luminosa e morbida è l’orgoglio di ogni donna; per ottenerla spendiamo capitali in prodotti e sedute dal parrucchiere, le dedichiamo attenzioni e tempo, ma lo stress, i fattori ambientali, i raggi UV e l’utilizzo scorretto ed eccessivo dei dispositivi per lo styling possono rovinare i capelli e trasformare la nostra fonte di gioia in un imbarazzo. Per questo è importante scegliere asciugacapelli, arricciacapelli o piastre di qualità!
In questo articolo analizzeremo i principali problemi e inestetismi legati alla salute dei capelli perché prevenire è sempre meglio che curare!
A vederlo, un singolo capello, si direbbe che non sia nulla di eccezionale, un filo colorato che spunta allungandosi dalla cute. In realtà si tratta di una struttura molto complessa che trae la propria salute da diversi elementi; la salute dei capelli dipende, infatti, da un rapporto fisico-chimico che deve continuamente essere mantenuto in equilibrio per evitare disturbi e inestetismi.
È una piccola cavità nella cute che alloggia il bulbo dal quale origina poi il capello. Si trova sepolto nel grasso del cuoio capelluto ed è fortemente vascolarizzato per poter nutrire i capelli attraverso la microcircolazione. Di norma non risente in maniera particolare della temperatura esterna assestandosi su quella corporea, ma reagisce al ritmo circadiano regolato dalle ore di luce. Come per il pelo degli animali, infatti, i capelli tendono a crescere con maggiore velocità e in maniera più folta nel periodo invernale, per rallentare il loro ciclo quando le giornate si fanno più lunghe.
Si tratta del “cuore” del capello, è la zona nella quale nascono e si sviluppano le cellule che, in costante crescita, formeranno quei filamenti lunghi che chiamiamo capelli.
Queste cellule si differenziano a mano a mano che procedono verso l’esterno formando ben sei strati concentrici di cui i tre più interni sono quelli che danno origine alla struttura del capello, mentre quelli più esterni rivestono la radice.
Nel bulbo si origina anche la melanina responsabile della colorazione del capello.
Come dice il nome, si tratta di una zona intermedia che non può più essere considerata come il bulbo vero e proprio, ma nemmeno come un capello. In questa regione le cellule si induriscono trasformandosi in cheratina (ricca di zolfo) e diventando la struttura capillare che spunta dalla cute.
Le cellule muoiono durante questa trasformazione perdendo le loro funzioni, dunque possiamo considerare i capelli come un ammasso in continuo sviluppo di cellule morte. Questo è il motivo per il quale non ci fa male tagliare i capelli.
È il capello vero e proprio, quello che a volte ci fa impazzire per tenere la giusta piega e al quale dedichiamo ore del nostro tempo. La sua lubrificazione è opera delle ghiandole sebacee che producono un olio naturale chiamato sebo; la formazione e composizione di questo olio dipendono sia da fattori genetici che ambientali e può rappresentare un problema per la salute dei capelli.
Durante i picchi ormonali tipici di pubertà e adolescenza o della menopausa, possono insorgere delle alterazioni nella produzione di sebo che a loro volta possono sfociare in problemi cutanei anche seri.
La parte più esterna del capello è rappresentata dalla cuticola, una struttura di protezione composta da squame che, se in buona salute, sono generalmente piatte e lucide. Insieme al pigmento la cuticola forma la cosiddetta corteccia del capello.
Al di sotto della corteccia si trova la struttura portante, nella quale viene immagazzinata e gestita l’acqua, una risorsa importante per il capello e fondamentale per garantirne la salute.
Il colore dei capelli è dato principalmente dalla melanina, in particolare dal rapporto che intercorre tra eumelanina e feomelanina. Maggiore è la percentuale di eumelanina più i capelli tenderanno ad essere scuri, al contrario i capelli chiari vedono una maggior presenza di feomelanina. Quando la melanina inizia a scarseggiare si hanno capelli grigi che possono arrivare al bianco quando il bulbo cessa del tutto di produrre la melanina. .
Il ciclo di vita di un capello si distingue in tre fasi: ánagen (è la fase di crescita e dura dai 2 ai 6 anni), cátagen (è un momento di riposo nel quale il capello smette di allungarsi e dura dalle 2 alle 4 settimane), télogen (dura da 2 a 4 mesi ed è il momento in cui il capello perde energia ed infine cade).
Forse non sapevi che…
Lo spessore di un capello si aggira attorno a un micron, ossia alla milionesima parte di un metro. Nonostante questo, gli esperimenti di laboratorio hanno dimostrato che un solo capello può reggere un peso di 100 kg prima di spezzarsi.
Proprio a causa della sua resistenza, il capello è stato di recente utilizzato come forma d’espressione ecologico-artistica dallo Studio Swine che, analizzando i dati di import-export mondiali, ha scoperto che la Cina è la principale importatrice di legname e al tempo stesso la più grande esportatrice di capelli. Combinando le due cose, gli artisti di Studio Swine, hanno voluto dimostrare che i capelli possono essere utilizzati al posto del legno e hanno realizzato decine di oggetti (da pettini a scatole fino a mobili in stile Shanghai-deco) utilizzando, appunto, una materia prima rinnovabile come i capelli.
I capelli neri sono in grado di riflettere molto meno la luce rispetto a quelli biondi e sono solitamente più spessi. Il motivo per il quale le chiome nere appaiono più lucide è dettato dalla fisica: la luce riflessa dal capello nero, sebbene in quantità minore, appare in maniera più marcata perché contrasta con l’oscurità della chioma.
Perdere i capelli è il peggior incubo di ogni donna. Purtroppo, i dati statistici ci dicono che si tratta di un fenomeno in crescita, probabilmente dovuto ai ritmi stressanti della vita quotidiana o ad una hair-care routine non proprio rigorosa. Ma i motivi principali per i quali si perdono i capelli sono da ricercarsi nella genetica e nelle variazioni ormonali; in particolare il DHT – ormone derivato del testosterone – danneggia la salute dei capelli, per questo le donne sono in generale meno soggette alle calvizie rispetto agli uomini.
Bisogna però distinguere tra perdita dei capelli e calvizie. Si stima che ogni giorno perdiamo un centinaio di capelli e che in alcuni periodi dell’anno il numero aumenti ulteriormente, anche aiutato da fenomeni di stress. Si tratta di un processo naturale che non deve destare preoccupazione.
I problemi ascrivibili alla sfera delle calvizie insorgono quando i capelli persi non sono rimpiazzati dai bulbi piliferi. Il fenomeno più comune è l’alopecia che associa a una perdita di capelli anche la riduzione dello spessore (miniaturizzazione), col risultato di lasciare buona parte della cute visibile.
È un modello scientifico messo appunto per studiare l’evoluzione della calvizie femminile che si presenta molto differente da quella maschile. Nella scala di Ludwig esistono solamente tre stadi organizzati a seconda della densità di capelli. Lo stadio 1 è il grado più lieve, mentre lo stadio 3 è quello più grave.
La maggior parte delle donne colpite da questo disturbo si colloca nello stadio 1 nel quale possono permanere anche per tutta la vita senza raggiungere necessariamente lo stadio finale.
La forfora (scientificamente nota come pitiriasis simplex capitis) è un’alterazione del cuoio capelluto che si origina tra i 10 e i 25 anni e migliora spontaneamente verso il cinquantesimo anno di età, anche se in rari casi perdura per tutta la vita.
Si tratta di una patologia per la quale il ricambio cellulare del cuoio capelluto è velocizzato; per questo motivo l’epidermide non riesce a completare i suoi normali cicli e si desquama nel fenomeno che tutte noi conosciamo.
Esistono diverse forme di forfora che possono coinvolgere alcune parti del capo o essere maggiormente diffuse, ma in ogni caso non si registrano pruriti se non in maniera molto lieve.
Le cause di questo problema non sono ancora del tutto chiare: secondo alcuni esperti, sarebbe da escludere il precetto ipotizzato per diverso tempo secondo il quale la forfora avrebbe una connessione diretta con problemi epatici. Anche la presenza di un micete, il pityrospurum ovalis, spesso presente sul cuoio capelluto in presenza di forfora, non ne sarebbe la causa ma una conseguenza.
Soffri di forfora? Nel caso fosse a uno stadio grave, può essere necessario recarsi da un dermatologo o da un tricologo. Se invece è lieve, puoi provare ad usare un buon shampoo anti-forfora.
La seborrea è un’alterazione che colpisce in maniera decisa la produzione di sebo da parte delle ghiandole preposte. Si ritiene che possa essere legata principalmente a fenomeni ormonali (è un problema tipico dell’adolescenza, per esempio) e tende a regolarsi col passare del tempo.
Può essere associata alla forfora e in questo caso le placche assumono un aspetto grasso e un colore giallastro (pitiriasi steanoide).
Il problema dell’eccesso di sebo, oltre che come inestetismo, è legato anche alla difficoltà di traspirazione dei pori della cute che causa stress ai capelli, indebolendoli.
Anche in questo caso, cerca di identificare la gravità del problema e considera la consultazione di uno specialista. Se invece il sebo in eccesso è contenuto e gestibile, puoi provare ad usare uno shampoo apposito per capelli grassi.
Si presenta con placche grasse e giallastre estremamente simili alla seborrea, ma in questo caso si associano anche arrossamento del cuoio capelluto, eritemi, formazioni crostose e un prurito molto intenso. Si registra anche una modificazione chimica del sebo prodotto che risulta ricco di acidi grassi e colesterolo, normalmente poco presenti nella regolare produzione sebacea.
È una malattia genetica cutanea che si presenta con chiazze rossastre e cumuli di squame bianche. A differenza di altri problemi cutanei, la psoriasi si manifesta su tutto il corpo ma non è contagiosa e non incide sulla salute dei capelli perché attacca la zona superficiale della cute senza raggiungere le cavità pilifere che alloggiano i bulbi della chioma.
In caso di sintomi si può ricorrere ad un esame istologico per stabilire l’esatta patologia in corso e orientarsi verso la cura più adatta. Per l’eliminazione delle squame vengono impiegati – sotto attenta prescrizione medica – l’acido salicilico o i catrami.
Quest’ultimi sono un liquido di condensazione ottenuto dalla lavorazione di sostanze organiche e possono essere:
Vengono anche impiegati solfuro di selenio e zinco per inibire l’attività fungina e lo zolfo che funge anche da antiseborroico.
Nelle situazioni più serie possono essere utilizzati anche farmaci cortisonici, antiandrogeni e glicole propilenico, ma se ne sconsiglia in ogni caso un uso prolungato.
Se vuoi approfondire l’argomento puoi visitare questa pagina di Paginemediche.it
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