La luce pulsata a casa. È davvero efficace? Ha delle controindicazioni?
La luce pulsata è ormai comunemente impiegata in ambito domestico. Ma come funziona? Scopriamolo insieme.
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La luce pulsata è ormai comunemente impiegata in ambito domestico. Ma come funziona? Scopriamolo insieme.
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Sin dai primi test sull’uso dermatologico della luce pulsata, risalenti al 1993, l’attenzione nei confronti della fotoepilazione ha subito una crescita costante ed esponenziale. Lo sviluppo di una tecnologia che garantisse la rimozione permanente e duratura dei peli superflui ha da subito acceso l’interesse del mercato, dapprima volto alla distribuzione presso centri estetici specializzati, quindi esteso alla vendita diretta.
Il motivo di tanto interesse nei confronti dell’epilazione? Scopri perchè la maggior parte delle donne si sente in dovere di depilarsi, oppure prova a capirlo tu stessa con questo rapido test:
Analizzando i diversi sistemi di rimozione dei peli con l’uso della tecnologia laser, R. W. Gansel ha messo in luce come a partire dal 1996 in particolare, la comunità scientifica abbia assistito a un vero e proprio boom di interesse nella fotoepilazione, con una domanda di giorno in giorno più pressante e, di conseguenza, la necessità di sviluppare dispositivi idonei all’uso casalingo. Lo studio di prodotti da immettere sul mercato si è pertanto soffermato su tre aspetti fondamentali: sicurezza, convenienza ed efficacia.
Se fino a quel momento la gestione della luce pulsata era esclusiva responsabilità di professionisti nel settore estetico, la nascita degli epilatori finalizzati a un impiego domestico ha ribaltato completamente la prospettiva: ergonomia e semplicità sono balzate ai primi posti delle esigenze del consumatore, che non richiedeva più solo risultati duraturi, ma la concreta possibilità di ottenerli a casa propria, in poco tempo e con il minimo sforzo.
Chiaramente, l’esigenza di produrre dispositivi che non necessitino di specifiche abilità ha comportato una serie di modifiche rispetto ai macchinari professionali, di certo più efficaci sul lato tecnico, ma di gran lunga meno accessibili da un punto di vista economico. Lo sviluppo di tali prodotti si è quindi concentrato su una tecnologia a bassa fluenza, più adatta all’uso personale, rispetto all’alta fluenza impiegata nei centri estetici. Gli sforzi profusi nella ricerca d’un buon compromesso tra costi, sicurezza e funzionalità sono infine sfociati in una massiccia quanto varia produzione di epilatori a luce pulsata.
A distanza di quasi trent’anni, la fotoepilazione casalinga è una realtà diffusa e consolidata in tutto il mondo: il mercato propone soluzioni adatte a qualsiasi esigenza, dai dispositivi professionali e accessoriati fino ai modelli più basilari, passando per un ampissimo ventaglio di offerte che si differenziano tra loro per prezzo, caratteristiche e prestazioni. Scopri i 10 migliori epilatori a luce pulsata acquistabili online!
Ma come funziona, nello, specifico, l’epilazione a luce pulsata? Vediamolo insieme.
Il meccanismo della luce pulsata, così come quello del laser, si fonda sulla teoria della Fototermolisi Selettiva. Tale fenomeno si manifesta con il diverso assorbimento d’un fascio luminoso a differenti lunghezze d’onda da parte di un tessuto biologico – nel nostro caso la struttura del pelo – e con le relative implicazioni. Di fatto, il calore generato dalla luce può dar luogo a una serie di reazioni indotte tra cui, appunto, la degradazione del pelo e la successiva interruzione del suo ciclo vitale.
Un meccanismo del tutto differente da quello su cui si fondano le tecnologie di ceretta ed epilatore. Scopri tutte le differenze tra questi 3 metodi di epilazione.
Più nello specifico, gli apparecchi per l’epilazione si avvalgono di filtri passa banda per l’emissione di impulsi di luce pulsata policromatica incoerente ad alta intensità. Tali impulsi vanno a colpire in modo selettivo il follicolo pilifero, riconoscendolo dalla melanina in esso contenuto. Questo, sottoposto a riscaldamento, reagisce disattivandosi. Tale effetto è ampiamente documentato dalla letteratura scientifica, che vi ha dedicato svariati studi e approfondimenti.
La melanina è il pigmento che determina la colorazione di peli, pelle e capelli. Si suddivide in due categorie:
- Eumelanina: la tipologia prevalente nel corpo umano e responsabile della pigmentazione scura – nera e marrone – di peli, capelli e pelle.
- Feomelanina: determina i colori rosso e giallo.
Queste tipologie di melanina sono presenti, in diverse percentuali, in tutte le etnie.
Come ben evidenziato dai molti studi dedicati alla fotoepilazione, la luce pulsata si è guadagnata nel tempo sempre maggior credibilità, grazie agli ottimi risultati ottenuti presso il grande pubblico e agli elevati standard di sicurezza che la contraddistinguono.
L’obiettivo primario di chi opera nel settore rimane sempre e comunque offrire ai consumatori un prodotto affidabile, che rappresenti il miglior compromesso tra efficacia e sicurezza. Tutti gli epilatori immessi sul mercato devono pertanto attenersi a precisi criteri volti a tutelare la salute dell’utilizzatore finale: da questo punto di vista, affidarsi a un prodotto a norma è sempre garanzia di qualità ed è quindi il primo dei fattori da considerare nella scelta del modello più adatto.
Marchi accreditati presso la Skin Health Alliance, ad esempio, sono da ritenersi particolarmente sicuri per la pelle, poiché aderiscono a standard sanciti dai migliori dermatologi e ricercatori indipendenti.
Chiaramente, la sicurezza di questa tecnologia va di pari passo con il suo corretto utilizzo: seguire scrupolosamente le istruzioni e le raccomandazioni degli esperti è indispensabile per ottenere i migliori risultati, preservando nel contempo l’integrità della pelle.
La European Society for Laser Dermatology ha stabilito precise linee guida per un corretto utilizzo della luce pulsata. In primo luogo, i parametri del macchinario devono essere programmati in base alle caratteristiche personali:
La maggior parte degli epilatori di ultima generazione è dotata di sensori che rilevano automaticamente questi dati e li utilizzano per calibrare il dispositivo. Ciò rappresenta un’ulteriore garanzia di sicurezza, poiché elimina la possibilità di commettere errori dovuti a distrazione o inesperienza.
A livello empirico quindi, la luce pulsata e, più in generale, la fotoepilazione, si sono dimostrate sicure e ricche di vantaggi rispetto alle tecniche più obsolete. Le due condizioni essenziali perché tali vantaggi si verifichino sono:
Indagini sugli aspetti clinici dell’epilazione laser e a luce pulsata dimostrano come quest’ultima si sia rivelata fin dall’inizio una tecnica affidabile sia a breve che a lungo termine. Eventuali effetti collaterali si manifestano perlopiù attraverso eritemi cutanei e cambiamenti nella pigmentazione della pelle. Tali reazioni rimangono comunque poco frequenti e limitate nel tempo.
Come per qualsiasi trattamento medico ed estetico, anche gli esiti della fotoepilazione sono soggetti a variabili strettamente personali; ogni ciclo di sedute dovrebbe quindi essere preceduto da un test su una piccola parte del corpo, per verificare che il fascio di luce non crei problemi all’epidermide. Pur essendo ben tollerata dalla quasi totalità di chi se ne serve, la luce pulsata può infatti dar luogo a ustioni e lesioni di varia natura in soggetti incompatibili con questo genere di trattamenti.
Non sei convinta che l’epilazione sia una pratica naturale e benefica per il nostro corpo? Scopri se l’epilazione può essere nociva e quali sono i vantaggi nel non praticarla.
Per effettuare l’epilazione in completa sicurezza, è necessario in primo luogo che la superficie da trattare sia perfettamente sana. In presenza di patologie a carico della pelle, l’utilizzo della luce pulsata può certamente rappresentare un fattore di rischio, poiché andrebbe a surriscaldare tessuti precedentemente compromessi. Per quanto generalmente innocua dunque, questa tecnologia andrebbe evitata qualora la cute non si presentasse completamente integra e in salute.
Quando è bene evitare di sottoporsi a una seduta di fotoepilazione? Ogniqualvolta si manifesti una delle seguenti condizioni:
In tutti questi casi, la luce pulsata è fortemente sconsigliata almeno fino alla completa guarigione dell’area da trattare. A quel punto sarà comunque necessario consultare un medico specialista in dermatologia perché approvi l’inizio di un ciclo di trattamenti.
Sebbene generalmente consigliata dai medici nella cura dell’irsutismo, la luce pulsata presenta un serie di controindicazioni per soggetti affetti da disordini endocrini. Lo ha dimostrato una ricerca condotta dalla Hospital Clínic-University of Barcelona che, sottoponendo 49 donne con sindrome dell’ovaio policistico a un ciclo di trattamenti, ha rilevato la comparsa di quello che, in gergo, viene definito effetto paradosso: la luce pulsata aveva infatti riattivato i follicoli dormienti delle aree prossime a quelle trattate, provocandovi un deciso aumento della peluria.
Passando al discorso medicinali, è bene sottolineare come l’utilizzo di questo tipo di epilazione sia caldamente sconsigliato a chi assume farmaci fotosensibilizzanti: l’azione della luce pulsata in concorso con i principi attivi di tali farmaci rischierebbe di provocare la comparsa di macchie, eczemi o eritemi. Anche se non vi è certezza che questo avvenga sempre, la soluzione migliore è consultare un medico o aspettare che la cura sia terminata prima di intraprendere un percorso di fotoepilazione.
Per tutti questi casi, potrebbe essere più indicato affidarsi a tecniche di epilazione alternative, come la ceretta, anche nella versione fai da te, 100% naturale.
Infine, è convinzione diffusa che l’uso della luce pulsata possa costituire un pericolo in presenza di nei sulla pelle. Questo non è del tutto vero: la tecnologia della fototermolisi selettiva è ormai comunemente utilizzata in ambito dermatologico per la rimozione dei nei melanocitici e delle lesioni iperpigmentate in generale come, ad esempio, le lentiggini. Sebbene la sua efficacia sia ampiamente documentata, il ricorso alla luce pulsata per la cura dei nei rimane appannaggio di centri medici ed estetici professionali. Richiede infatti misure specifiche e approfonditi esami preliminari che stabiliscano l’idoneità del neo al trattamento.
Nell’impiego dei dispositivi per uso domestico rimane quindi fondamentale evitare di coinvolgere nel trattamento eventuali nei o altre lesioni della pelle. Nel dubbio che possa trattarsi di nei anomali o potenzialmente pericolosi – oltre a suggerire una visita immediata dal dermatologo – è fortemente raccomandato coprirli con l’aiuto di cerotti o una matita bianca da make-up. In questo modo risulteranno protetti dall’azione della luce e non subiranno conseguenze.
Lo stesso vale per gli occhi: mentre la luce pulsata può essere impiegata in ambito medico per trattare patologie come la secchezza oculare, nel contesto di un trattamento di epilazione è sempre bene coprire gli occhi con lenti scure adeguatamente schermate. Questo perché – pur non potente come un il laser – il raggio di luce rischierebbe di danneggiare la retina, con effetti anche gravi. La maggior parte degli epilatori in vendita garantisce comunque funzioni che scongiurano tale eventualità, impedendo che gli impulsi partano, se non a diretto contatto con la pelle.
Il vero, grande limite della tecnologia a luce pulsata, rimane l’impossibilità di essere impiegata con successo sulle carnagioni più scure. Abbiamo precedentemente spiegato come la fototermolisi selettiva agisca sul follicolo distinguendolo dai tessuti circostanti tramite pigmentazione. Va da sé come un fototipo chiaro con peluria scura, ad alta concentrazione di melanina, sia il soggetto più indicato per ottenere i risultati migliori.
Al contrario, laddove presente una pelle più scura, di valore da IV a VI sulla scala Fitzpatrick, la considerevole percentuale di pigmento va a interferire con il fascio di luce, impedendogli di selezionare il pelo. Questo vanifica l’efficacia della luce pulsata, che si dimostra pertanto inutile su carnagioni di colore.
La scala Fitzpatrick nasce nel 1975 per mano di Thomas Fitzpatrick, dermatologo presso la Harvard Medical School. Si tratta di un metodo volto a classificare l’incarnato di una persona in relazione alla sua tolleranza alla luce del sole. Attualmente, viene utilizzato nell’ambito della medicina estetica per determinare la reazione di un individuo a particolari trattamenti, come, appunto, la fotoepilazione. Le categorie vanno dalla I alla VI, laddove la I indica il fototipo più chiaro e la VI quello più scuro.
La letteratura scientifica ribadisce fermamente l’inefficacia delle luce pulsata su pelle di tipo IV-VI, raccomandando per tali fototipi il ricorso all’uso del laser Nd:YAG. Questo, tra le diverse tipologie di laser, rappresenta l’unica soluzione in grado di sortire effetti positivi sulle carnagioni scure.
Puoi approfondire qui le differenze tra laser e luce pulsata.
Come ormai noto, la luce pulsata – allo stesso modo del laser – non è in grado di sortire effetti di alcun tipo in presenza di peluria chiara e bianca. Tale inefficacia si spiega con la parziale o completa assenza di melanina nella corteccia del pelo: di fatto, una sostanza priva di cromofori risulta invisibile al raggio di luce e rimane pertanto esclusa dalla sua azione selettiva.
Lo stesso discorso vale per la peluria di colore rosso, la cui pigmentazione è determinata, come precedentemente detto, dalla feomelanina. Anche in questo caso, la luce pulsata si dimostra inefficace nel riconoscere i peli ed è pertanto inutile utilizzarla.
Tuttavia, un test eseguito in affiliazione con la Iranian Medical Laser Associationha rivelato come la luce pulsata riesca in molti casi ad agire con successo su peli bianchi precedentemente colorati. Applicando eyeliner nero e tintura per capelli sulla peluria del viso in pazienti affette da irsutismo, il trattamento ha sortito risposte positive, dimostrandosi funzionale nella quasi totalità dei casi. Su 62 soggetti, suddivisi in egual misura fra eyeliner e tintura per capelli, ben 61 hanno ottenuto risultati positivi.
Pare quindi che valga le pena di approfondire tale opportunità, in un’ottica di continuo miglioramento e per consentire l’impiego proficuo della tecnologia a luce pulsata a un sempre maggior numero di persone.
La luce pulsata si avvale del principio della fototermolisi selettiva per surriscaldare il follicolo pilifero e disattivarne le consuete funzioni. Tale meccanismo provoca l’immediata cessazione del ciclo vitale del pelo, impedendone la crescita in maniera permanente. Una simile tecnologia ha fin da subito attratto l’interesse del mercato, generando un’enorme richiesta di apparecchi a luce pulsata per uso domiciliare.
Pertanto, se un tempo le possibilità d’accesso a questo genere di trattamenti si limitavano agli studi medici ed estetici, allo stato attuale possiamo contare su un’ampissima varietà di prodotti in commercio. Tutti i test effettuati dimostrano come tali dispositivi siano effettivamente un valido mezzo per la fotoepilazione casalinga. Un enorme passo avanti rispetto alle tecniche tradizionali: ceretta ed epilatore rimangono largamente impiegati in ambito estetico, ma non garantiscono risultati altrettanto duraturi.