Uno Sguardo Nuovo Ai Capelli: Come Ayurveda, Medicina Tradizionale Cinese E Naturopatia Vedono I Capelli
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"Gli occhi sono il riflesso dell'anima"... Ma anche i capelli! Ecco come Ayurveda, MTC e Naturopati valutano lo stato di salute dei capelli.
Per la medicina i capelli sono un ammasso proteico che spunta dalla cute; il dizionario della lingua italiana li definisce come “ciascuno dei peli che crescono sul capo dell’uomo”; per una donna sono un’arma di seduzione; per il parrucchiere una fonte di guadagno. Si potrebbe andare avanti ancora a lungo perché i capelli accompagnano da sempre la storia dell’uomo in mille modi differenti.
Abbiamo deciso di proporti tre punti di vista insoliti che ti permettano di valutare i capelli da nuove prospettive:
L’ayurveda è una medicina millenaria di origine indiana la cui nascita è avvolta dalle nebbie del tempo. Le prime testimonianze scritte di questa pratica risalgono al 450 a.C. anche se gli studiosi sono concordi nell’affermare che, prima di pervenire ad una forma scritta, l’ayurveda abbia subìto un lungo processo di trasmissione e diffusione orale.
La medicina ayurvedica si interseca non solo con pratiche mediche, ma anche con filosofia, religione e folklore: secondo la tradizione, l’ayurveda sarebbe stata un dono di Brahma… nientemeno che il creatore dell’universo!
Il nome deriva dall’incontro di due parole, ayur, traducibile con “vita” o “longevità”, e veda che significa “conoscenza”: l’ayurveda dunque si propone come filosofia atta a rivelare i segreti per una lunga vita. Un obiettivo sicuramente ambizioso.
Le pratiche ayurvediche si basano su tre tipologie differenti di energia – i dosha – generati dall’incontro dei cinque elementi (aria, acqua, terra, fuoco ed etere).
I tre dosha (vata, pita e kapa) incarnano delle manifestazioni fisiche peculiari: vata è l’elemento più leggero, quindi le corporature longilinee, la magrezza, la secchezza, e la velocità sono tutte caratteristiche ascrivibili a questo dosha. Pita è il fuoco, il calore, il piccante, l’ira. Infine, kapa, l’elemento materno, accogliente, morbido, lento.
Ognuno di questi elementi esercita il suo dominio anche sui capelli per cui avere una chioma in salute, per l’ayurveda, è semplicemente una questione di equilibrare tra loro i dosha dei capelli.
Principio cardine dell’ayurveda è che per agire sullo stato di salute è fondamentale partire dall’alimentazione.
Frutta e verdura come carote, zucca, noci, ravanelli e barbabietole sono ottime alleate per il benessere dei capelli, così come le spezie che hanno un ruolo importante per la medicina ayurvedica (ideale è l’utilizzo di cumino, curcuma, coriandolo, menta e basilico). Sorprendentemente anche i latticini sono considerati come un aiuto importante per il benessere dei capelli.
Sintonizzare la propria dieta con il dosha dominante rimane comunque un imperativo fondamentale per evitare di portare squilibrio all’organismo: gli eccessi di pita, per esempio, possono portare alla perdita dei capelli o al loro ingrigire.
Più di 2000 anni fa i saggi indiani avevano già scoperto che il caldo danneggia i capelli, per questo nei testi ayurvedici si raccomanda di non usare mai acqua calda per lavare il capo e di proteggersi sempre la testa dal sole diretto. Potremmo aggiungere che non si dovrebbe mai utilizzare nemmeno il fon al massimo della potenza, se non con un flusso d’aria fredda. Il nostro consiglio e è dunque quello di utilizzare tutti i dispositivi per capelli quali asciugacapelli, piastre, arricciacapelli o con parsimonia e di scegliere solo prodotti affidabili e di qualità.
Una volta aggiustata la dieta si può ricorrere a pratiche quotidiane – hair care routine – che prevedono l’uso di oli dedicati, massaggi al cuoio capelluto, shampoo ayurvedici preparati con la giusta miscela di erbe. Si consigliano anche impacchi con estratti vegetali come aloe vera, latte di cocco, ibisco, uva spina, loto e fieno greco.
Anche l’automassaggio fa parte della hair care routine prevista in ayurveda; qui puoi approfondire l’argomento.
Inoltre, almeno una volta al giorno, i capelli andrebbero trattati con cento colpi di spazzola per migliorarne la lucentezza e stimolare la circolazione. L’ayurveda si applica da millenni in India dove i capelli sono geneticamente più robusti: in realtà, cento colpi di spazzola quotidiani potrebbero stressare le nostre chiome europee; se poi si tratta di capelli sottili o fragili, questa pratica sarebbe meglio evitarla.
Sempre dall’oriente arriva la Medicina Tradizionale Cinese (M.T.C.). Come per l’ayurveda si tratta di una serie di conoscenze medico-spirituali messe a punto nel corso di diversi secoli in varie parti delle regioni cinesi, che poi sono state condensate nei noti concetti di Tao, Yin e Yang.
Alla medicina tradizionale dobbiamo una serie di pratiche che oggi hanno molto successo e una varietà di termini che ormai sono entrati nel nostro dizionario quotidiano. Un esempio su tutti è l’agopuntura che viene realizzata stimolando i meridiani attraverso i quali, secondo questa antica disciplina, scorre il Qi o energia vitale.
Il Tao genera i due opposti e complementari Yin e Yang dalla cui azione scaturiscono i cinque elementi: legno, fuoco, terra, metallo e acqua. Anche in questo caso l’equilibrio è la base per il benessere; l’azione che gli elementi esercitano su ogni parte del corpo è quella che ne determina lo stato di salute o di malattia.
Se l’energia del fuoco è troppo alta, gli organi ad esso collegati ne risentiranno e di conseguenza tutto l’organismo ne subirà le influenze.
Per la medicina tradizionale cinese la salute dei capelli dipende dai reni (shen), a loro volta dominati dall’energia dell’acqua alla quale sottostanno anche tutti i liquidi corporei e le ossa. Per avere capelli sani, quindi, è indispensabile mantenere in equilibrio l’energia dell’elemento acqua.
Oggi sappiamo che i reni sono la sede nella quale il sangue (xuè) viene purificato e separato dalle scorie che poi saranno eliminate con la minzione, ma già in passato i saggi cinesi avevano intuito lo stretto legame tra sangue e salute dei capelli. La microcircolazione sanguigna è quella che nutre i bulbi piliferi.
Anche le emozioni sono legate agli elementi e agli organi: i reni sono considerati sede della paura. È interessante notare come l’incanutimento sia dovuto – per la M.T.C. – a una bassa energia dei reni e che, allo stesso tempo, uno spavento molto forte possa far venire i capelli bianchi.
Anche lo stress affatica i reni (le persone stressate infatti hanno capelli fragili e tendenti ad un precoce incanutimento).
Per portare equilibrio ai reni e al sangue si possono utilizzare massaggi stimolanti, tisane e, come sempre, gestire al meglio l’alimentazione. Il gusto associato al rene è il salato e suoi eccessi o carenze possono avere un effetto molto negativo sulla salute dei capelli. Per fortificare l’energia dei reni si dovrebbe fare uso moderato e continuo di alghe o pesce, mentre per sostenere l’energia del sangue basterà ricorrere ad alimenti rossi come le barbabietole, le fragole, i frutti di bosco, i pomodori.
Un’altra disciplina che offre molti spunti sui capelli è la naturopatia. Il naturopata, attraverso l’impiego di diverse tecniche e abbracciando varie filosofie salutistiche, si occupa di sostenere l’energia vitale per mantenere o recuperare il naturale stato di benessere dell’organismo.
Si tratta di una disciplina olistica in quanto l’essere umano è valutato nella sua interezza, non solo dal punto di vista fisico. Per intenderci, il sintomo – di qualunque natura, dal raffreddore alla malattia autoimmune – è considerato come l’ultimo stadio di un malessere che nasce a monte sul piano emotivo o mentale della persona.
Ogni parte del corpo esprime lo stato di salute e i capelli non fanno eccezione; una chioma rovinata, dall’aspetto sciupato o fragile, è chiaramente un segnale che l’organismo esprime della presenza di qualche problema più profondo.
A seconda della funzione, ogni organo può essere analizzato e valutato per andare alla ricerca della reale causa del problema. Facciamo un esempio concreto: la difficoltà di digestione si ricollega allo stomaco. Quando lo stomaco non lavora in modo corretto l’origine del disturbo potrebbe essere legata all’incapacità del soggetto di “digerire” una situazione. Il piano di lavoro che il naturopata andrà a delineare in questo caso non prevede l’impiego di trattamenti diretti allo stomaco (o almeno non solo), ma sarà un’indagine per portare a galla la situazione che genera il problema, fornendo al cliente gli strumenti per far sì che sia in grado di affrontarla.
Ma torniamo ai capelli; se con gli organi l’interpretazione della loro funzione è più diretta, con altre parti del corpo essa potrebbe essere difficile. Ecco allora dei possibili spunti su come un naturopata può analizzare la salute dei capelli.
1. La forza e il potere
La forza è da sempre associata ai capelli; una chioma folta rimanda immediatamente ad un senso di potere primitivo e istintuale.
Nel Medioevo si riteneva che i capelli fossero una propagazione esterna dell’anima mentre, secondo le Sacre Scritture, la forza di Sansone risiedeva proprio nella chioma. Il capello folto e scompigliato ci rimanda anche all’idea del genio, di persona fuori dagli schemi (basta pensare ad Albert Einstein), se poi si tratta di capelli bianchi (magari in associazione con una barba lunga), l’immagine mentale è quella del saggio.
Capelli deboli, radi e sfibrati possono rappresentare la perdita del potere individuale. Non di rado si osserva un invecchiamento e indebolimento della chioma quando una persona, abituata al comando, raggiunge la pensione o viene sostituita nel suo ruolo.
2. La spiritualità
I capelli sono legati anche al mondo spirituale tramite la loro posizione: si trovano alla sommità del capo, la parte più alta del corpo. Valutare il rapporto con la propria parte spirituale può essere un punto di partenza per capire da dove nasce un problema di capelli.
3. I legami col mondo
Il bulbo pilifero alloggia all’interno della cute e da qui genera i capelli che si propagano in ogni direzione: i capelli sono dunque osservabili come legami (hanno anche la forma di fili o piccole corde), che si propendono tra la nostra parte interna e l’esterno. Problemi di alopecia si manifestano spesso dopo la rottura di un legame col mondo (reale o percepito come tale): una separazione, un lutto, la perdita di qualcuno di caro sono situazioni che possono generare la perdita dei capelli.
Attraverso la chioma definiamo spesso anche la nostra identità agli occhi del mondo. Una persona con folti capelli ricci ci fa subito pensare all’estro creativo, mentre i capelli lisci ci riconducono ad un senso di linearità di pensiero. Una donna dal taglio corto ci parla di praticità (forse di una donna in carriera), mentre i capelli lunghi ci lasciano immaginare una persona più orientata alla propria femminilità. Tagliare i capelli è molto spesso un segno di “taglio” col passato, con una situazione o una persona.
Infine, i capelli sono una delle massime espressioni del corpo che indica la ciclicità. Come le stagioni, come la vita, i capelli vivono un ciclo molto chiaro di nascita, sviluppo, morte e rinascita. Indagare il rapporto con i cicli vitali dell’individuo che manifesta problemi con i capelli può mettere in luce una difficoltà ad accettare i ritmi frenetici imposti dalla vita di tutti i giorni. Non si accetta più di invecchiare, di essere inadatti ad uno stile di vita che non si addice alla nostra età, oppure ci si comporta da adulti presi dalla smania di bruciare le tappe. La ciclicità dei capelli ricorda che ogni fase ha il suo valore e che dalla morte giunge sempre la rinascita!
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